Arrivo a spron battuto al lavaggio, io che non lo vedevo da mesi, ma, per una volta, ho ceduto alle suppliche della mia macchina che minacciava di non farmi più entrare. Incontro quelli che loro sì che sono bravi, forse anche un po’ troppo, perché lavano la macchina tutte le settimane. E li vedi aspirare delle particelle inesistenti di polvere dai sedili delle loro auto impeccabili, con l’attenzione di un chirurgo che esegue il suo primo intervento. Parcheggio nella postazione che trovo libera, scendo e comincio a tirare fuori i tappetini con gatti di polvere che si sono attaccati in maniera compulsiva e non vengono via. Poi svuoto gli scompartimenti dove ci sono elastici da capelli, biro, portachiavi, e post-it con scritto le liste della spesa che non ricordo di avere fatto. Raduno tutto da una parte e i maniaci della pulizia mi lanciano occhiatacce di rimprovero, mentre con il pennello fanno i ritocchi di nero ai cerchioni delle loro gomme. Me ne infischio, inserisco il gettone nell’aspiratore e afferro il tubo. Mi prende una frenesia insolita e comincio a usare il sifone in ogni angolo. Voglio aspirare ogni centimetro palpabile. Scade il tempo a disposizione, infilo un secondo gettone, poi un terzo, un quarto e un altro ancora, fino a che la mia testa è sgombra da pensieri, mi sento svuotata, libera e pulita. Esco dall’abitacolo e il pubblico dei maniaci mi applaude, credono che sia diventata una di loro e io me la rido pensando che tornerò lì forse l’anno prossimo.
Simona Franchini
Battute: 1.493