“Gli spiriti del supermercato” di Daniele Varelli

Fra le corsie del supermercato si aggirano spiriti benevoli e malvagi. La signora anziana, vestita con un cappotto da uomo, sotto il quale sbucano due gambe magre con calze viola e scarpe da ginnastica, potrebbe sembrare una professoressa di matematica in pensione, mentre invece è un’entità benevola. Lo si capisce perché acquista le prime fette del prosciutto crudo, sacrificandosi per lasciare ai prossimi clienti la parte migliore. La salumiera le chiede se serve altro, ma lei sorride, dice di no con la testa e scompare all’improvviso: restano solo le scarpe da ginnastica sul pavimento. Quell’essere con gli occhiali da sole, i capelli unti, la barba ispida, infagottato in un giubbotto militare, è invece uno spirito malvagio. Con un ghigno, prende una confezione di bastoncini di pesce in offerta nel reparto surgelati e la abbandona nel reparto cartoleria, nascondendola fra i quaderni. Se viene scoperto e redarguito, esclama orribili bestemmie in una lingua dimenticata da millenni. Può sembrare solo un coboldo dispettoso, ma è meglio non lasciare che attacchi discorso, magari per chiederti qualche spicciolo. Approfittando della tua distrazione, afferrerà furtivamente la tua anima, come fosse una confezione di cioccolatini al liquore, e se la infilerà in tasca per portarla con sé negli Inferi.

Daniele Varelli

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