Stai camminando verso piazza Dunant, ancora stordito dal sonno, quando noti qualcosa di strano all’incrocio. Tante foglie, macchina della municipale, poi un albero crollato sulle rotaie del tram. La prima bestemmia cade alle otto e venti. Ma essa è frutto di un riflesso istintivo e la tua coscienza non è ancora in grado di collocarla all’interno di un progetto di mondanizzazione. A ogni modo, la bestemmia istintiva risveglia qualcosa: inizi a intuire che si sta creando un orizzonte di eventi nefasti. Così, il tuo sguardo supera i tram immobili e i due autisti che esprimono la loro serena impotenza parlottando a braccia conserte. Solo allora vedi la fermata dell’autobus e 137 persone in attesa di salire nello stesso silo di metallo e plastica. A quel punto arriva una seconda bestemmia, questa volta pienamente dotata di kantiana autocoscienza.
Gabriele Piretti
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