“I condizionatori” di Edoardo Rubatto

Voglio – anzi pretendo – che mio figlio cresca a 22 gradi. Un team di ricercatori australiani ha stabilito che è la temperatura ideale in cui vivere. Io e Franco siamo d’accordo. Quando è uscito l’articolo sul sito dell’università di Melbourne ci siamo detti: era ora. Così abbiamo fatto installare dei condizionatori in tutte le stanze della casa per mantenere 22 gradi costanti. Grazie all’impianto di ventilazione non sentiamo nemmeno l’esigenza di aprire le finestre per cambiare aria. Spendiamo un sacco di soldi, ma ne vale la pena.
Io e Franco non abbiamo mai sopportato gli sbalzi di temperatura. Detestiamo sudare, detestiamo tremare, crediamo nella stabilità. Sentiamo di aver passato la vita ad adattarci. Abbiamo introiettato – come tutti – la normalità della sopportazione perché non c’erano alternative, ma visto che oggi la tecnologia sopperisce ai nostri limiti genetici ci siamo detti: ora basta. L’imprevedibilità è diventata una scelta, non fa più per noi.
D’estate ci appoggiamo a un bed & breakfast in bassa montagna con degli ottimi doppi vetri. Abbiamo a disposizione una piscina con i sensori di temperatura che ci segnalano quando possiamo fare il bagno. Nostro figlio continua a chiederci se può giocare a calcio con i bambini che vede dalla finestra della camera, ma noi gli rispondiamo di no. Franco sta pensando di sostituire la finestra con una specchiera.

Edoardo Rubatto

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