Racconto: “In divisa” di Andrea Cardoni

Loro sono in tre. Hanno parcheggiato l’ambulanza e sono entrati. Sono in divisa. Fanno venti minuti di fila per prendere una gamella in plastica, una tovaglietta in carta fina a quadretti bianchi e rossi, un bicchiere in plastica, posate in plastica, piatti in plastica e un bauletto di pane imbustato in plastica.

Tutti loro in divisa con l’ambulanza fuori prendono il menù primosecondocontorno con bevanda che gli fa vincere un viaggio in Atlanta. Prendono tre primi diversi, tre secondi diversi, tre bevande diverse. Solo il contorno prendono uguale: tutti loro prendono Patate Lesse. Uno solo di loro ha preso, in aggiunta al menù, il gratta e vinci.

Il cast dei tre in divisa è formato dal Telecronista, l’Osservatore Bresciano e il Macedone, tutti e tre con i rispettivi cellulari sul tavolo. Il Telecronista tiene tutti aggiornati su qualsiasi cosa riesca a fare primaduranteedopo che si è riempito la bocca «Prendo un pezzetto, ecco, giusto un pezzetto, lo taglio. Ecco ci metto il sale, buonobuono, adesso ne taglio un altro».

L’Osservatore Bresciano passa tutto il pranzo a guardare nel piatto degli altri e poi «hai preso l’insalata di riso? L’insalata di riso fa bene. Che c’è dentro? I capperi ci sono? Quelle arancioni sono carote? Ma le patate non le condisci?». Il Macedone fraziona ogni pietanza che ha nel piatto e poi la mescola con altri elementi, sapori, gusti e consistenze fino a renderli un unico pappone composito e, contemporaneamente, elargisce consigli a chi, al suo tavolo e nei tavoli che lo circondano, si ostina a mettersi in bocca qualcosa che ha un solo o al massimo due sapori: «è buona sì, ma senti com’è più buona se ci metti sopra la mozzarella filante» e, sempre il Macedone «le Patate Lesse se le metti insieme al parmigiano, un po’ di limone e di prezzemolo non sai che cosa ti mangi».

Loro in divisa, riducono a panino qualsiasi cosa abbiano nel piatto. Il pane è solo uno tra i tanti elementi eventuali che possono costituire un panino-tipo: non c’è ingrediente che non possa essere usato come base e corona in un loro panino. Bastano almeno due elementi commestibili, possibilmente della stessa specie, che abbiano uno spessore anche leggermente più grande dell’elemento che, in isolamento, verrà usato come ripieno: due schegge di parmigiano possono trattenere tra loro melanzane o brandelli di tonno, così come due brandelli di tonno possono fare lo stesso con una scaglia di Patata Lessa, eccetera.

L’Osservatore Bresciano dice al Macedone, «Hai preso le patate? Eh alla patata non si rinuncia, ahahah» e mentre ride gli esce un collo lunghissimo dalle spalle e porta il suo «ahahah» sotto il mento di tutta la tavolata e di tutto il ristorante girando di scatto la testa verso una risata complice. Non la trova in nessuno.

Il Telecronista si pulisce le dita strofinandole sulla tovaglietta. Il tovagliolo del Telecronista resta pulito, nuovo, accanto al piatto sulla tovaglietta piena di impronte unte. Un’altra cosa del Telecronista: dall’osso della carne all’ago del rosmarino, durante il pasto si alza e va a buttare ogni singola cosa che non mangia, che non scansa e che non vuole vedere nel suo piatto. Solo le Patate Lesse non hanno osso. A metà pasto l’Osservatore Bresciano si toglie la giacca della divisa e se la accomoda dietro allo schienale della sedia del ristorante che è ancorata sul pavimento. La giacca della divisa è piena di pin e di mostrine colorate.

Il Macedone racconta che l’altro giorno ha dovuto fare un trasporto in ambulanza di uno che si era sentito male a Mantova e lo dovevano portare a Parma e siccome per il loro trasportato un viaggio in autostrada non è un viaggio in autostrada se non compra i TUC in autogrill, allora il Macedone si è fermato con l’ambulanza in autogrill e con l’equipaggio sono andati a comprargli i TUC. Poi guarda il cellulare, fa scivolare verso l’alto l’indice unto sullo schermo e dice che lui non è razzista, non ce l’ha «con quei poveracci ma se permetti, da padre, prima penso a salvare i miei, gli italiani». Il Telecronista continua a passare metà del pasto in piedi tra il tavolo e il secchio del rusco e, a ogni viaggio, mentre controlla con lo sguardo l’ambulanza parcheggiata fuori, si risistema le mostrine che ha sulla divisa.

Al Macedone squilla il telefono mentre sta per finire le Patate Lesse. Lui non risponde e dice a tutti, a tutto il ristorante, che poi richiamerà. La suoneria del Macedone è una canzone che parla dell’Africa orientale e, mentre squilla, fa sentire a tutto il ristorante tutta la canzone e il testo della sua suoneria che dice “Mamma ritorna ancora alla casetta sulla montagna che mi fu natale”, poi continua con una fanfara, e poi la canzone continua, il Macedone non la spegne, “bagnato è tutto intorno del sangue d’un guerriero che per crear l’Impero vince e lotta ancor”. Finita la canzone e le Patate Lesse, il Macedone dice che la canzone si intitola “Il ritorno del volontario”.

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