Racconto: “Johnny B. Goode” di Massimo Eternauta

Gli esperti avevano calcolato il punto d’impatto e l’ora.

La protezione civile aveva delimitato l’area per diversi chilometri ed era andata via.

Gli Scissionisti del settimo giorno vi avevano piantato le tende, tre giorni prima, in un tripudio di canti rivolti al Signore, matrimoni, battesimi, celebrazioni varie e due funerali. Arresto cardiaco. Uno avvenuto durante la fila per la colazione, l’altro nel mezzo di un acuto in fa diesis.

Colpisci me era la frase più spesso scandita in quel consesso.

I più ferventi avevano preso posto, accalcandosi, presso quello che veniva considerato il centro dell’impatto e scrutavano l’orizzonte in attesa.

Un suicidio collettivo era quello che si riproponevano con malcelato sollievo da parte di chi li aveva vicini di casa o di chiesa.

Gli Unionisti del settimo giorno avevano occupato una zona adiacente. A loro Dio aveva detto che l’impatto sarebbe avvenuto appena più in là e mezz’ora prima delle previsioni degli Scissionisti.

Quegli eretici avrebbero avuto modo e tempo per constatare chi fossero i prediletti da Dio. Erano loro, gli Unionisti, quelli che Dio avrebbe chiamato a sé schiantandoli con una misericordiosa pioggia di fuoco.

I vicini di casa degli Unionisti si erano offerti di pagargli il viaggio.

L’oggetto tanto atteso colpì nell’ora predetta dagli Scissionisti ma nel pieno centro di una popolosa città 500 km a nord est del punto calcolato, comunque più vicino al luogo scelto dagli Unionisti.

L’impatto provocò 1200 morti, 3000 feriti, miliardi di danni e il dispiacere di tutti i vicini di casa dei fanatici delle due sette rivali.

Gli astronomi osservavano l’oggetto da oltre due mesi, l’avevano individuato che era solo un puntino, e poi l’avevano visto crescere nei loro telescopi e farsi sempre più vicino. Quindi erano cominciati i dibattiti su cosa fosse.

Evidentemente non si trattava di un corpo celeste.

Aveva schivato Plutone di poco e aveva puntato decisamente la Terra.

Non c’era alcuna possibilità che tra i due si frapponesse qualcosa.

Ogni corpo del sistema solare si sarebbe fatto i fatti propri in orbite decisamente lontane dalla sua traiettoria.

Intanto vi svelo subito perché l’oggetto si schiantò in tutt’altro posto da quello previsto: i soloni della scienza, i grandi esperti, i calcolatori più complessi avevano determinato la traiettoria in miglia e passato i risultati ad altri eccelsi colleghi che avevano pensato si trattasse di chilometri.

Erano secoli che gli scienziati non parlavano tra loro per via dei brevetti e in nome del copyright.

Solo per essere stati causa della mancata scomparsa di Scissionisti e Unionisti, o almeno di una delle due sette, gli scienziati si guadagnarono l’odio profondo di una notevole fetta della popolazione mondiale.

Va bene, lo confesso, mi trovo in conflitto d’interessi: una coppia di Scissionisti vive nell’appartamento a fianco al mio e ho un Unionista al piano di sopra. Andiamo oltre.

Man mano che l’oggetto si avvicinava se ne potevano cogliere le forme, analizzare i materiali di cui era composto e aumentare il numero delle congetture.

Era un prodotto di esseri evoluti!

Si discuteva circa la loro possibile fisionomia, se avessero due, tre o quattro braccia, occhi, orecchie ecc. – su quali basi si facessero queste ipotesi lo ignoro – fatto sta che se ne parlò parecchio e a lungo.

La cosa più straordinaria era che l’oggetto fosse costituito da materiali identici a quelli che si trovavano sulla Terra!

― È la prova dell’esistenza di Dio! ― dicevano alcuni.

― È la prova che Dio non esiste ―, dicevano altri.

I più pratici avevano cominciato a stampare e vendere milioni di magliette dedicate all’oggetto volante e i commercianti di apparecchiature telescopiche avevano vissuto il momento più esaltante della loro carriera.

Quando si riuscì a recuperare l’oggetto, in un buco profondo quasi 30 metri ricoperto da un cumulo di macerie, questo era ancora fumante e la sua massa informe.

Una volta trasportato in un centro nasa, in località segreta con grande dispiego di uomini, mezzi e tre crisi internazionali con Cina, India e Russia, gli americani si resero conto che non si trattava di un oggetto estremamente simile a una sonda spaziale costruita dall’uomo ma che era proprio una sonda spaziale costruita dall’uomo!

Il Voyager 1 era stato spedito nello spazio più di tre secoli prima, nel 1977 e tra guerre, pestilenze, carestie e altre calamità lo si era completamente dimenticato e, poi, secondo i calcoli dei valenti scienziati del xx secolo, avrebbe dovuto trovarsi da tutt’altra parte.

Fu penoso notare che in tre secoli non ci si era evoluti un gran che, se non nella facilità di effettuare pagamenti con la carta di credito.

Per intenderci, la forfora è ancora oggi un flagello.

A bordo del Voyager 1 era stato inserito un disco d’oro con sopra incise un sacco di cazzate su chi siamo, che facciamo, di cosa siamo composti, dove ci troviamo, che lingue parliamo. C’erano incise perfino le lingue e le musiche di quelle popolazioni primitive di cui l’uomo del xx secolo si era premurato, con rara abnegazione, di favorire l’estinzione. Si può discutere a non finire sulle conseguenze del ritorno sulla terrà del Voyager 1, scomodando filosofi, scienziati, preti e poeti, ma per me e per molti che la pensano come me, il Voyager 1 è stato il più grande regalo fatto dall’uomo all’uomo dai tempi della scoperta della penicillina: Johnny B. Goode di Chuck Berry, registrato sul disco d’oro da una mente geniale, è tornato in classifica dopo 300 anni di oblio!

[racconto di Massimo Eternauta, contenuto nella raccolta “Intanto, da qualche parte nello spazio…“, Gorilla Sapiens Edizioni]

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