Amore (s. m.)
Deriva da a-more, senza more. Indica una situazione di mancanza di neri frutti di bosco. Derivato dal verbo amare, che indica il gusto delle more mancanti. More può essere anche una lontana significazione napoletana: mòre. In quel caso il significato può essere: a-mòre, senza colui che muore (attributivo romantico) o ah-mòre, ecco, lui muore (riflessione constatativa). Più ancora, ne viene spesso segnalata la derivazione anglosassone, in cui more si traduce più. In questa ipotesi a-more vuol dire senza più (privativo luttuoso). Particolare la specifica nobiliare, attribuita alle regine dell’alto medioevo: amo Re.
[tratto da “Ogni giorno di felicità è una poesia che muore” di Ivan Talarico, Gorilla Sapiens Edizioni 2014]